L'abbazia di San Mauro
Nel 1960 alcuni monaci africani, già avviati alla regola "Ora et Labora" nella missione benedettina tedesca di Peramiho, decisero di fondare un proprio monastero
dove potere meglio coniugare la regola di San Benedetto con la loro cultura locale.
In una zona adiacente al fiume Hanga, a circa 60 km da Songea, vi era una "azienda agricola" che, in seguito all'ascesa al potere del socialista Nyerere stava per essere nazionallizzata.
Il proprietario, un ex monaco della stessa abbazia di Peramiho, prevenendo l'azione del governo, decise di vendere il terreno ai monaci benedettini,
che godevano di una deroga alla nazionalizzazione.
Così è nato il monastero di Hanga, in una zona dove ancora pascolavano antilopi ed elefanti e dove nel girare per i boschi bisognava stare attenti al Leopardo
(N.d.R: un Leopardo che minacciava il villaggio fu cacciato anche nel 2004 alla presenza di alcuni studenti di Bologna).
Man mano che l'abbazia cresceva - avviando attività lavorative per soddisfare la regola benedettina (azienda agricola, stalla, pollaio, falegnameria, sartoria, officina, etcc...),
inaugurando scuole che oggi fanno del villaggio un centro di riferimento culturale per la zona (scuola primaria, secondaria, professionale, seminario, etcc...)
e fondando un dispensario che, con i suoi 24 posti letti ed il servizio di maternità, nel 2016 è stato riconosciuto come "health center" della zona -
intorno si sviluppava il nuovo villaggio di Hanga.
La comunità monastica conta attualmente circa 50 monaci, guidati dall'Abate Octavian Massingo.
Altre informazioni sui siti dell'abbazia www.hanhaabbey.org e https://hangaabbey.wordpress.com/ ed anche su Wikipedia