Il dottor Corrado Zaini
"Conoscevo il dottor Zaini dal novembre 1990, quando sono venuto a Bologna con il dottor Aldo Rogheto di Mondolfo – Fano (allora presidente dei veterinari).
Parlammo del mio monastero e della fattoria di animali che avevamo (mucche, maiali, galline).
Da allora sperimentai quanto profonda era l’amicizia di queste due persone nei miei confronti. E quanto vera era la benevolenza nei confronti del mio paese.
Anche per il tramite di giovani veterinari, sin da allora Zaini e Rogheto hanno sostenuto le attività del villaggio dove allora io ero Abate, il villaggio di Hanga.
Hanno inviato farmaci per il nostro dispensario, sicuramente contribuendo a salvare tante persone malate che abitavano intorno al monastero: bambini, mamme in gravidanza.
E poi il ricordo forse più bello: il dottor Zaini ci fece arrivare una sua jeep (credo fosse proprio una sua auto privata), che noi adibimmo ad ambulanza,
per trasportare gli ammalati dal nostro villaggio all’ospedale più vicino, a Peramiho, 50 km, tutti di strada sterrata! Era il 1995, e quella jeep è ancora in forma e funziona.
Il dottor Zaini attraverso la fondazione che porta il nome del suo figlio Bruno Maria ha poi costruito un grande e bel dormitorio per l’asilo, che è costato tanto.
E’ stato inaugurato nel 2007; che bel giorno fu quello, e che festa."(foto sotto, ndr.)
Padre Alcuin Nyirenda, ex abate di Hanga, dal ricordo del dottor Zaini durante la cerimonia funebre, 24 aprile 2014
"Non voglio soffermarmi su quanto è stato fatto ad Hanga grazie alla generosità del dottor Zaini: mi piace, invece, condividere
alcune immagini che ho di lui quando ci incontravamo per rendicontargli l’operatività delle missioni compiute in Africa e riprogettare, con lui, quelle future.
E’ qui che si concentra il mio ricordo personale del dottor Zaini, da quando, 11 anni fa, mi fu proposto di prendere a mano un’iniziativa che lui già da molto tempo,
insieme all’amico dottor Rogheto, sosteneva a favore di un villaggio della Tanzania, Hanga, complice l’abate di laggiù Alcuin.
Ogni volta che avevamo l’appuntamento con il dottor Zaini la nostra prima preoccupazione era quella di arrivare puntuali: non solo perché avevamo,
nei suoi confronti, un certo timore reverenziale, ma anche e soprattutto perché conoscevamo quale era la sua precisione e puntualità. Ed infatti,
data comunicazione, attraverso la portineria, del nostro arrivo, dopo pochi minuti arrivava il dottor Zaini.
Il dottor Zaini non ci aspettava nel suo studio, ci veniva incontro, fino all’entrata della Fatro. Ci accoglieva a braccia aperte, e con il suo tipico sorriso.
Era evidente la sua condivisione dell’iniziativa, non come semplice elargizione di un finanziamento, cosa che aveva fatto centinaia di volte con tutti quelli
che per un congresso, una ricerca, una borsa di studio, una mostra, gli avevano chiesto un supporto. Condivideva l’iniziativa africana come personale impegno,
come sincera donazione: il dono, un fenomeno molto complesso, tanto misterioso quanto ambiguo, che qualcuno afferma che sia anche e soprattutto iscritto
nelle azioni dell’umanità, comunque una strana e vibrante emozione che per magia diventa uno strumento verso l’altro. E tutto ciò era anche per il dottor Zaini.
Nei confronti dell’iniziativa di Hanga aveva un legame particolare; sarà stato per la vecchia amicizia con il dottor Rogheto o con Padre Alcuin,
sarà stato per il dormitorio che aveva fatto costruire col nome del figlio, sarà stato per……, non lo so. Sta di fatto che tutte le volte che parlava di
Hanga gli occhi, su quel sorriso che ho già detto, si illuminavano. E, mentre gli brillavano gli occhi, quante volte ci ha detto:
“una di queste volte voglio venire ad Hanga anche io”.
Lei dottore ad Hanga c’è, perché è nel ricordo di tutti quelli che ad Hanga, glielo dico io, le vogliono bene."
Arcangelo Gentile, dal ricordo del dottor Zaini durante la cerimonia funebre, 24 aprile 2014